Fratto_X di
Rezza-Mastrella sul palco dell’Eclettica Festival
La penna si
fa pesante e il classico imbarazzo da foglio bianco questa volta assume i
connotati di una pulsione ambivalente: resistere o mollare. Resistere,
perseverare nel cercare le parole che traducano Antonio Rezza; mollare, non assecondando il capriccio di
avventurarsi in cotanto vezzoso esercizio di stile.
Ci si sente
estremamente piccoli al cospetto di Antonio Rezza e subentra una strana forma
di pudore quando ci si avventura nell’analisi del suo operato. Sarà perché
buona parte del lavoro firmato è
volta proprio a destrutturare e smascherare le interpretazioni e gli stessi
sistemi interpretativi, e ritrovarsi quindi a restituire “pan per focaccia”
rende la scrittura scomoda e rischiosa. Sarà perché l’analisi che effettuano è
chirurgica, metodica, completamente avulsa da qualsiasi condizionamento morale
e ideologico, così efficace e diretta (spesso ai limiti del sopportabile) da
non necessitare di postille postume.
“Con il
consenso non si va da nessuna parte amico mio”. Così Antonio Rezza apostrofa uno
spettatore che applaude in maniera inopportuna. Non c’è il personaggio dietro a
simili roboanti manifesti; il personaggio, per tutto ciò che orbita attorno a
Rezza, non c’è mai. È un’inflessibile integrità morale dettata dalla
disillusione, dalla disperazione e da un’algida obiettività a rappresentare la
base della sua riflessione e della conseguente trasposizione scenica. Nel suo
spingersi costantemente oltre il limite del non detto, Rezza sembra non essere
mai abbastanza.
Fratto_X sul palco dell’ Eclettica Festival esplode come una
necessità, consapevole per ciò che riguarda il
più grande performer vivente, indotta per quanto riguarda gli spettatori,
tanti, tantissimi, febbricitanti, assiepati sotto la tensostruttura del Parco
delle Energie. Rezza, come di consueto e com’è suo dovere, non fa sconti a
nessuno; trasfigurato, mortificato in un corpo che è vettore di senso, si pone
di fronte a una platea giudicata retriva, divertita anziché terrorizzata
dall’implacabile furia di rivelazioni, le stesse che ognuno nel proprio intimo
ben conosce e le stesse rispetto alle
quale ognuno, sempre nel calore del proprio intimo, sa di non potere (volere?)
sovvertire. L’indulgenza dell’impotenza tiene ogni uomo al riparo di un
dolcissimo non-agire. E così siamo tutti salvi. Tutti tranne uno, un augure che
sbandiera il non proliferare come atto di impagabile consapevolezza; un profeta
sadico, lucido, che sbeffeggia le bassezze dell’uomo scomodando addirittura Fedor Dostoevskij. È lui, è Antonio
Rezza, il non attore che non si lascia intimorie da niente, che si scaglia
contro l’ansia, la polizia, il delirio di onnipotenza che rende gli essere
umani così facilmente soggiogabili. Sul palcoscenico, come sempre, sculture,
guaine e marchingegni firmati Flavia Mastella, giocoforza del portentoso
disegno onirico. L’industrioso Ivan Bellavista, per l’occasione palesato in efficace
veste attoriale, conferisce a Fratto_X una spettacolarità che generalmente
manca alle produzioni Rezza-Mastrella, principalmente volte a una imprescindibile
e forsennata destrutturazione di significato.
Pamela Del Grosso
30 luglio 2013
Eclettica
Festival 2013, IX edizione, Parco delle Energie
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista
testo Antonio Rezza
allestimento scenico Flavia Mastrella
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