martedì 25 novembre 2014

Procedere per sottrazione


Fratto_X di Rezza-Mastrella sul palco dell’Eclettica Festival
 
 

La penna si fa pesante e il classico imbarazzo da foglio bianco questa volta assume i connotati di una pulsione ambivalente: resistere o mollare. Resistere, perseverare nel cercare le parole che traducano Antonio Rezza; mollare, non assecondando il capriccio di avventurarsi in cotanto vezzoso esercizio di stile.

Ci si sente estremamente piccoli al cospetto di Antonio Rezza e subentra una strana forma di pudore quando ci si avventura nell’analisi del suo operato. Sarà perché buona parte del lavoro firmato   è volta proprio a destrutturare e smascherare le interpretazioni e gli stessi sistemi interpretativi, e ritrovarsi quindi a restituire “pan per focaccia” rende la scrittura scomoda e rischiosa. Sarà perché l’analisi che effettuano è chirurgica, metodica, completamente avulsa da qualsiasi condizionamento morale e ideologico, così efficace e diretta (spesso ai limiti del sopportabile) da non necessitare di postille postume.

“Con il consenso non si va da nessuna parte amico mio”. Così Antonio Rezza apostrofa uno spettatore che applaude in maniera inopportuna. Non c’è il personaggio dietro a simili roboanti manifesti; il personaggio, per tutto ciò che orbita attorno a Rezza, non c’è mai. È un’inflessibile integrità morale dettata dalla disillusione, dalla disperazione e da un’algida obiettività a rappresentare la base della sua riflessione e della conseguente trasposizione scenica. Nel suo spingersi costantemente oltre il limite del non detto, Rezza sembra non essere mai  abbastanza.

Fratto_X sul palco dell’ Eclettica Festival esplode come una necessità, consapevole per ciò che riguarda il più grande performer vivente, indotta per quanto riguarda gli spettatori, tanti, tantissimi, febbricitanti, assiepati sotto la tensostruttura del Parco delle Energie. Rezza, come di consueto e com’è suo dovere, non fa sconti a nessuno; trasfigurato, mortificato in un corpo che è vettore di senso, si pone di fronte a una platea giudicata retriva, divertita anziché terrorizzata dall’implacabile furia di rivelazioni, le stesse che ognuno nel proprio intimo ben  conosce e le stesse rispetto alle quale ognuno, sempre nel calore del proprio intimo, sa di non potere (volere?) sovvertire. L’indulgenza dell’impotenza tiene ogni uomo al riparo di un dolcissimo non-agire. E così siamo tutti salvi. Tutti tranne uno, un augure che sbandiera il non proliferare come atto di impagabile consapevolezza; un profeta sadico, lucido, che sbeffeggia le bassezze dell’uomo scomodando addirittura Fedor Dostoevskij. È lui, è Antonio Rezza, il non attore che non si lascia intimorie da niente, che si scaglia contro l’ansia, la polizia, il delirio di onnipotenza che rende gli essere umani così facilmente soggiogabili. Sul palcoscenico, come sempre, sculture, guaine e marchingegni firmati Flavia Mastella, giocoforza del portentoso disegno onirico. L’industrioso Ivan Bellavista, per l’occasione palesato in efficace veste attoriale, conferisce a Fratto_X una spettacolarità che generalmente manca alle produzioni Rezza-Mastrella, principalmente volte a una imprescindibile e forsennata destrutturazione di significato.

 

Pamela Del Grosso
30 luglio 2013

Eclettica Festival 2013, IX edizione, Parco delle Energie
con Antonio Rezza
e con Ivan Bellavista

testo Antonio Rezza
allestimento scenico Flavia Mastrella

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