giovedì 20 novembre 2014

Across Lightblack°


Opificio Telecom, Roma; quartier generale di Dynamis Teatro, almeno per oggi, giovedì 24 aprile, quarta giornata del Festival Teatri di Vetro.
 

Andrea De Magistris, fondatore e direttore artistico di Dynamis Teatro, è regista e coordinatore di quella che sembra essere una spedizione investigativa:  AcrossLightblack°,  squadre di adolescenti in giro per le strade di quattro grandi città, Milano, Ravenna, Roma e Napoli, chiamate ad intrufolarsi, leggere, nelle vite dei passanti con il tono scanzonato tipico dei sedici anni.  Sembrano  fidi collaboratori di un grande e potente oracolo  che si insinuano nel tran tran di traffico,  palazzi e frenesia per cogliere un barlume di colore, una piccola confessione strappata, un’emozione. Ad interagire con loro c’è Andrea De Magistris e la sua brigata multimediale: tutto è interattivo, tutto è connesso, tutto è qui ed ora; proiettati sui pannelli di fondo scorrono le immagini degli improbabili intervistati vittime degli eccentrici intervistatori e  le loro relative risposte.  Domande semplici, quelle a cui è più difficilie dare una risposta che possa essere contenuta nei pochi caratteri di un report text: qual’ è il tuo oggetto di felicità? La tua vità privata è privata di cosa? Qual è l’azione costantemente ripetuta nelle tue giornate?

Buona ed evocativa la scelta musicale che ricade su La vedova bianca degli Afterhours; forse un po’ didascalica ma completamente in linea con la performance  l’opzione Battiato Shock in my town.

Una maratoneta  corre una statica e sfiancante marcia di quarantadue minuti; parla con voce meccanica, sembra il risponditore automatico di un ente pubblico. Alla sua sinistra una lavagna su cui è scritto il manifesto di una guerra civile che rifiuta le convenzioni, gli imbrigliamenti, le differenze, l’isolamento; niente di avanguardistico ma sicuramente qualcosa che è in linea con lo spirito del Festival, con il motto io non ho paura, con le parole di Roberta Nicolai che auspica all’indagine a tutto campo, alla commistione di arti, mezzi e saperi, ad una visione totale e totalizzante del contemporaneo.

Il ritmo è costante, la giostra costruita per l’occasione è un meccanismo perfetto ed il messaggio è forte e chiaro: bisogna esserci. Affinchè tutto non scivoli via bisogna condividere, mostrare, fotografare, scrivere, pubblicare, raccontare; tutto compresso, sintetizzato all’interno di ingranaggi che corrono velocissimi, mai utilizzando più di centoventi caratteri, per carità. Ė una prospettiva sicuramente vera ma altrettanto sicuramente allarmante:  se non sei social,  di fatto non esisti. Aberrante. Terrificante. Contemporaneo.

La frotta di adolescenti-intervistatori irrompe nella sala, ostentando  tute bianche imbrattate di messaggi ed epitaffi più o meno superficiali e noi, pubblico diligente, dobbiamo leggere perché la contraddizione irrisolta trova in questo preciso snodo la sua sede: per combattere l’uso-abuso del social è necessario stay tuned.  Anche di riflesso, anche passivamente, non è importante.

Non c’è dignità senza visibilità; di contro, se la visibilità genera quel tipo di dignità, tanto meglio essere invisibili. Dynamis Teatro mette in circolo questa spirale concettuale giocando a manipolare l’ormai stanca ed abusata dicotomia essere-apparire; sempre attuale, sempre feconda, sempre la stessa.

Urgenza, si, senza dubbio. Di passare oltre.


Pamela Del Grosso

Opificio Telecom, Roma
Festival Teatri di Vetro edizione 2013
26 aprile 2013
 

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